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FOLLOW THE DATA: INVEST IN MIDWIVES - AFFIDATI ALLE EVIDENZE: INVESTI NELLE OSTETRICHE

5 maggio 2021

Gentili colleghe e colleghi,

In occasione della giornata internazionale dell'Ostetrica desideriamo condividere con voi le considerazioni che l'International Confederation of Midwives ci invita ad analizzare. La promozione della salute passa dalla professionalità sempre più elevata delle Ostetriche che accompagnano la nascita delle nuove generazioni.

Cordiali saluti.

Il Consiglio Direttivo dell'Ordine interprovinciale della Professione Ostetrica delle Provincie di Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Vercelli


“Follow the data: invest in midwives” è il tema scelto dalla International Confederation of Midwives (ICM) per la Giornata Internazionale delle Ostetriche di quest’anno.
La letteratura scientifica dimostra che quando le ostetriche sono impiegate in tutti i loro ambiti di competenza – ostetrico, neonatale e ginecologico - secondo standard formativi, professionali e di dotazioni organiche definiti, gli esiti di salute in ambito sessuale, riproduttivo, materno, neonatale ed adolescenziale sono nettamente migliori rispetto a contesti nei quali sono impiegati altri professionisti.
Su questi presupposti l’ICM ha scelto il tema di quest’anno con lo scopo di sensibilizzare e accrescere la consapevolezza di politici e gestori dei sistemi sanitari sul valore della figura ostetrica. Investire sulle ostetriche significa migliorare gli esiti di salute individuale e collettiva e contenere la spesa sanitaria come effetto secondario: investire nella professione ostetrica garantisce infatti un ritorno 16 volte maggiore rispetto all’investimento. Le ostetriche, quando seguono gli standard internazionali, sono in grado di fornire l’87% delle cure essenziali di cui necessitano le donne e i bambini. Assistono la donna, la coppia e la famiglia lungo tutto il percorso nascita, dalla fase pre-concezionale a quella post natale lavorando sul piano fisico, emotivo, relazionale, ambientale e comportamentale attraverso la ricerca dei segnali di salute ed identificando le condizioni che richiedono una maggior attenzione e richiedono l’intervento di altri professionisti. I primi 1000 giorni di vita – periodo compreso tra il concepimento e il secondo anno di vita del bambino – rappresentano un periodo molto importante durante il quale si pongono le basi per la salute futura e le potenzialità individuali e sociali dell’adulto che quel bambino diverrà. Il valore dei primi 1000 giorni di vita è evidenziato anche dall’Istituto Superiore di Sanità. Il contesto in cui viene vissuta la gravidanza, l’ambiente in cui il bambino vive e cresce, gli stimoli che riceve, i fattori a cui viene esposto, sono in grado di condizionare la sua salute a breve e lungo termine, il suo sviluppo intellettivo e le sue future capacità di integrazione sociale. Il livello di attenzione e gli interventi offerti in questo periodo possono cambiare il futuro delle generazioni che verranno. L’ostetrica per specifica formazione è una delle figure professionali che operano maggiormente in questo periodo. La cura della dimensione emotiva e relazionale in corso di gravidanza, gli interventi di sostegno ai genitori nello sviluppo delle competenze genitoriali sono estremamente importanti e possono fare la differenza.
Sulla base delle evidenze e su questi presupposti, in Italia nel 2011 il Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato la Linea Guida sulla Gravidanza fisiologica, che prevede che alle donne con gravidanza fisiologica venga offerto il modello assistenziale basato sulla presa in carico da parte dell’Ostetrica. 
Il Ministero della Salute nel 2017 ha pubblicato le Linee di indirizzo per la gestione del basso rischio ostetrico (BRO) che definiscono le modalità organizzative di presa in carico in autonomia da parte dell’ostetrica delle gravidanze a basso rischio, promuovendo modelli di tipo organizzativo e assistenziale in cui la gravidanza ed il parto a basso rischio sono gestiti in autonomia da personale ostetrico, compresa l’assistenza al neonato. Il ruolo delle ostetriche è molto importante anche nei paesi in via di sviluppo, dove con i loro interventi, possono contribuire a ridurre in modo significativo la mortalità materna e perinatale. Il secondo rapporto sullo stato delle ostetriche nel mondo condotto in 73 paesi a basso-medio reddito ha evidenziato come in questi paesi, dove avvengono il 78% delle nascite mondiali annue con meno del 42% delle ostetriche, infermiere e medici del mondo, si concentrano il 96% delle morti materne, il 91% dei nati morti e il 93% delle mortalità neonatali mondiali.
Due degli obiettivi dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile prevedono di portare entro il 2030 il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 casi per ogni 100.000 bambini nati vivi e il tasso di mortalità neonatale a non più di 12 casi per ogni 1.000 bambini nati vivi. Si ritiene che le ostetriche possano svolgere un ruolo cruciale nel raggiungimento di tali obiettivi a condizione che nei diversi paesi siano definiti percorsi formativi nel rispetto degli standard internazionali, la professione sia normata, si definiscano politiche e piani di azione e si costituiscano forme di associazionismo professionale.
A fronte di tali evidenze va detto però che le ostetriche incontrano diverse barriere nell’esercizio della loro professione. Molti servizi non possono essere garantiti perché la figura dell’ostetrica non è prevista e non è infrequente trovare organici sottodimensionati. Spesso negli ambiti di specifica competenza ostetrica sono impiegati altri professionisti come infermieri, assistenti sanitari e la gravidanza fisiologica in diverse realtà è ancora in carico ai ginecologici. Nel nostro Paese in particolare questi problemi trovano la base in una scarsa conoscenza delle potenzialità della professione ostetrica e dell’impegno che gli interventi di assistenza ostetrica richiedono. Probabilmente si dimentica che il percorso universitario dell’ostetrica, centrato sulla formazione in ambito ostetrico, neonatale e ginecologico, porta ad acquisire conoscenze e competenze spendibili in ambito materno-infantile con un livello maggiormente qualificato rispetto a quello di altre professioni. Spesso nei confronti tra ostetriche emerge come in taluni contesti subiscano diseguaglianza di genere e/o forme di violenza verbale o psicologica oltre ad avere un basso riconoscimento economico rapportato alle responsabilità professionali.
L’Ordine Interprovinciale delle Ostetriche delle province di Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Biella e Vercelli vuole celebrare la Giornata Internazionale dell’Ostetrica dando visibilità e attenzione al tema di quest’anno.
Un ringraziamento va a tutte le ostetriche che esercitano la professione con competenza e dedizione nonostante lo scarso riconoscimento.
Un particolare ringraziamento a chi porta avanti ogni giorno, con costanza, determinazione e tenacia, il lavoro di riconoscimento della professione e di recupero degli spazi di competenza ostetrica. Grazie per il valore che questo impegno ha per le donne, per i bambini, per la professione e per il prezzo che questo comporta sul piano personale e professionale.

Di seguito una breve sintesi di alcuni studi sulla professione ostetrica. Per ragioni di tempo, spazio e autorevolezza delle fonti si è deciso di riportare uno studio pubblicato su Lancet a gennaio 2021 e due revisioni Cochrane pubblicate rispettivamente nel 2019 e nel 2016.
Altra letteratura è disponibile sul sito dell’Ordine Interprovinciale della Professione di Ostetrica delle Province di Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Vercelli dove sono pubblicati anche i testi integrali degli studi di seguito citati.
Lo studio “Potential impact of midwives in preventing and reducing maternal and neonatal mortality and stillbirths: a Lives Saved Tool modelling study” pubblicato su Lancet a gennaio 2021 ha evidenziato come nei paesi a medio e basso reddito l’ampliamento dei servizi offerti dalle ostetriche sarebbe in grado di ridurre in modo significativo i tassi di mortalità materna, neonatale e di nati morti. Aumentando del 25% i servizi offerti dalle ostetriche si potrebbero evitare il 41% delle morti materne, il 39% delle morti neonatali ed il 26% dei nati morti, pari a 2,2 milioni di decessi evitati all’anno entro il 2035. Se si arrivasse ad una copertura del 95% dei servizi che potrebbero essere offerti dalle ostetriche si eviterebbero il 67% delle morti materne, il 64% delle morti neonatali e il 65% dei nati morti, consentendo di salvare 4,3 milioni di vite all’anno entro il 2035.
Una revisione sistematica della Cochrane Collaboration pubblicata nel 2019 “Antenatal interventions for preventing stillbirth, fetal loss and perinatal death: an overview of Cochrane systematic reviews” ha analizzato una serie di interventi con lo scopo di identificare quelli in grado di prevenire la natimortalità in donne a basso rischio. Da questa revisione è emerso che i modelli di assistenza a conduzione ostetrica nei quali l’ostetrica rappresenta la figura di riferimento del percorso assistenziale sono in grado di ridurre i tassi di mortalità e perdita fetale.
Un'altra revisione della Cochrane del 2016 “Midwife‐led continuity models versus other models of care for childbearing women” nella quale gli autori hanno messo a confronto i modelli assistenziali a conduzione ostetrica in continuità assistenziale con altri modelli è emerso che le donne che hanno ricevuto modelli di continuità assistenziale guidati da ostetriche avevano minori probabilità di subire un intervento e maggiori probabilità di essere soddisfatte dell’assistenza ricevuta con esiti avversi comparabili a quelli delle donne che avevano ricevuto altri modelli di assistenza.

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